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giovedì 23 ottobre 2014

RICOMINCIO DA UN LIBRO. NASCE #LIBERA_MENTE

Ok non so se ve l'ho mai detto ma io sono una divoratrice di libri. Lo inizio e lo finisco in una giornata se posso. Non ci sono impegni se la storia mi appassiona. Anche perché voi lo guardereste un film continuando a mettere in pausa? Io no.
Mi rifaccio quindi alla rubrica di Caterina (La Bibu) il #librodelmese, e vi pubblico la mia recensione. Non lo chiamo #librodelmese perchè ciò implicherebbe una costanza di cui io non sono ahimè capace.  


Quindi durante il volo Milano Hong Kong mi sono dedicata alla lettura. Ho letto un racconto (molto carino, sprezzante e gustosamente gratuito) "La Scusa" di Giovanni Masi. 

Poi mi sono data alla lettura di un libro. Ho scelto un libro di un'autrice italiana, ai più conosciuta come giornalista e conduttrice, Daria Bignardi. Ho scelto questo libro perchè l'ho sentita protagonista di una intervista radiofonica, in cui presentava il suo nuovo romanzo (L'amore che ti meriti), e ho deciso di cominciare a conoscerla leggendone uno più datato. 

Un karma pesante, Milano, Mondadori, 2010. 


"Quando ha sentito che a novembre compio quarantadue anni mi ha guardata negli occhi e ha detto: 'Quarantadue è multiplo di sette. Sarà un anno di grandi cambiamenti: stai pronta, Eugenia'." Eugenia Viola non crede nei multipli di sette, ma è sempre stata fin troppo pronta a mettersi in gioco. Era un'adolescente segnata da un dolore prematuro e ossessionata dalla ricerca della propria identità: oggi è una donna spericolata eppure saggia. Ciò che sa fare meglio, quel che le toglie il sonno, è il suo lavoro di regista. Ma quando improvvisamente la vita la obbliga a fermarsi, il film che ci racconta è quello dei tanti pezzi di sé lasciati per strada. La tredicenne affascinata dall'oscuro protagonista di un romanzo russo, la ragazza che parte per Londra in fuga dalla malattia del padre, la ventenne inquieta che approda nella Milano dei profondi anni Ottanta e poi nella New York degli anni Novanta. Fino al presente rigoroso, assediato dalle nevrosi degli Anni Zero ma riempito dall'amore imperfetto per Pietro e per le figlie Rosa e Lucia, le uniche capaci di ancorarla a terra. "Un karma pesante" getta uno sguardo insolito e brillante sui nostri ultimi trent'anni ed è insieme la storia di una donna spietata con se stessa ma teneramente fragile, allegra, materna, tanto dolorosamente vicina all'autenticità della vita che abbiamo l'impressione di conoscerla almeno quanto conosciamo noi stessi.

Quando l'ho finito ho pensato "si bello". Poi ci ho ripensato e ho trovato degli aspetti che mi sono piaciuti molto, degli altri che ho trovato molto cinematografici. 

Mi spiego: la storia si sviluppa raccontando la vita della protagonista attraverso dei flashback. In molti punti queste deviazioni temporali si concludono senza che ne venga svelato chiaramente l'epilogo, rimandando la soluzione del mistero ad un momento successivo. Questo rende la storia avvincente e spinge a proseguire alla ricerca di risposte alla curiosità. 

Ma c'è un ma: certi episodi hanno un epilogo inverosimile, o meglio troppo superficiale. Infatti la Bignardi sembra voler "psicanalizzare" la protagonista, descriverne il dolore struggente che l'accompagna e diventa forza motrice del suo agire. Ma, pur raccontando molto, secondo me non scava davvero nel profondo. Un esempio: nel periodo 16-18 anni menziona una tossicodipendenza (eroina) da cui la protagonista "esce" magicamente senza troppe spiegazioni. Ora, per noi che abbiamo vissuto gli anni '90, con le campagne antidroga davvero strong, è abbastanza inverosimile credere che un'adolescente possa uscire dal tunnel così perché le va, o ha qualcosa di nuovo a cui pensare. Come questa ci sono altre situazioni analoghe, in cui si parla molto del "cosa" e del "perché", senza mai indagare il "come". Penso (o meglio spero) sia una scelta voluta, un modo per dire che il "come" in fondo non era poi così importante. 

Posso quindi concludere che mi sento di consigliarvelo se siete curiosi e volete scoprire se a voi fa lo stesso effetto che ha fatto a me. Altrimenti lasciate perdere e passate ad altro. Ci sono libri che meritano molto di più la vostra attenzione e il vostro tempo: questo libro finge di affrontare temi pesanti, senza poi parlarne per davvero.